La felicità è un diritto

La felicità è un diritto universale?

Per gli antichi greci era felice una persona fortunata, «posseduta da un buon genio»; per i romani la felicità significava salute, prosperità e fecondità. Epicuro ne fece il fondamento del suo pensiero filosofico e l’archetipo della sua famosa lettera.
Nella nostra costituzione non si parla esplicitamente di diritto alla felicità, ma di rimozione degli ostacoli(art.3).
La Dichiarazione d’indipendenza americana, invece, lo riconosce a tutti gli uomini in modo diretto. La questione è che la felicità, come pienezza assoluta appare, come una situazione molto transitoria, aleatoria, episodica e di breve durata. Inoltre l’idea di felicità ci fa pensare sempre alla nostra felicità personale, raramente a quella del genere umano, e anzi siamo indotti sovente a preoccuparci pochissimo della felicità degli altri per perseguire la nostra.
Il diritto è per l’ottenimento di una felicità individuale o di una collettiva?
È che, forse, la dichiarazione d’indipendenza avrebbe dovuto dire che a tutti gli uomini è riconosciuto il diritto-dovere di ridurre la quota d’infelicità nel mondo. A noi italiani riscriverla in modo più concreto, realistico, efficace!

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di Sara Zanon