Pandemia e vaccini, tra acronimi e sovrainformazione

Cari amici,

in questi mesi sono stati centinaia i messaggi ricevuti da amici e conoscenti che mi chiedevano chiarimenti sulla pandemia in corso, su cosa prevedessero i numerosi decreti che si sono susseguiti, ma anche il significato di sigle come AIFA, EMA, ISS, DPCM, indice RT…

Si tratta di temi iper-trattati, ossia su cui leggiamo e ascoltiamo un’innumerevole quantità di dati ed informazioni (spesso anche in contraddizione), con la conseguenza che, dopo la visione di centinaia di tg, quotidiani e post sui social, ci permangono ancora più dubbi…

Ecco che allora vorrei chiarire con voi alcuni concetti base e fornirvi alcuni siti facilmente consultabili per poter poi leggere con più obiettività e senso critico le tante notizie da cui siamo assaliti quotidianamente.    

Innanzitutto la sindrome respiratoria acuta grave Coronavirus-2 (SARS-CoV-2) è il nome dato al nuovo coronavirus identificato alla fine del 2019, mentre COVID-19 è invece il nome dato alla malattia associata al virus.

SARS-CoV-2 è quindi un nuovo ceppo di coronavirus che non era stato precedentemente identificato nell’uomo, e su di esso permangono purtroppo ancora quesiti senza risposta: da dove proviene esattamente? In caso di ulteriori e future mutazioni del virus, il vaccino sarà comunque efficace? Avere preso il coronavirus per quanto tempo rende immuni?

Sul sito del Ministero della Salute http://www.salute.gov.it/portale/nuovocoronavirus/dettaglioContenutiNuovoCoronavirus.jsp?area=nuovoCoronavirus&id=5351&lingua=italiano&menu=vuoto

vengono messe a disposizione le seguenti informazioni sulla base di dati raccolti quotidianamente:

gli “attualmente positivi”: totale delle persone attualmente positive sia ospedalizzate che in isolamento domiciliare, a livello nazionale, regionale e provinciale;

i “guariti”: totale delle persone clinicamente guarite;

i “deceduti”: persone decedute positive al Covid in attesa di verifica dell’ISS (=Istituto Superiore di Sanità);

i “totale positivi”: totale delle persone risultate positive da inizio pandemia;

“l’andamento nazionale”: grafico che riporta la tendenza italiana degli attuali positivi, dei guariti e dei deceduti, facilmente consultabile nella mappa interattiva (dashboard) https://opendatadpc.maps.arcgis.com/apps/opsdashboard/index.html#/b0c68bce2cce478eaac82fe38d4138b1

Inoltre sul sito https://www.governo.it/it/cscovid19/report-vaccini/ vengono comunicati i dati sul numero di persone che hanno ricevuto la prima dose di vaccino dal 27 dicembre 2020 in poi in ogni regione. A tal proposito è importante sapere che la copertura si ottiene però solo dopo 1 o 2 settimane – a seconda del tipo di vaccino – dalla seconda somministrazione, che avviene a distanza di almeno 21 giorni dalla prima.

Ed ecco qualche informazione utile sui vaccini, che vengono attualmente prodotti da diverse aziende farmaceutiche di tutto il mondo e che nei paesi dell’Unione Europea vengono distribuiti in ciascuna nazione solo dopo l’approvazione da parte dell’EMA (European Medicines Agency = Agenzia europea dei medicinali).

Il vaccino COVID-19 mRNA BNT162b2 (Comirnaty) è un vaccino destinato a prevenire la malattia da coronavirus 19 nei soggetti di età pari o superiore a 16 anni. Contiene una molecola denominata RNA messaggero (mRNA) con le istruzioni per produrre una proteina presente su SARSCoV-2, il virus responsabile di COVID-19; il vaccino non contiene il virus e non può provocare la malattia, bensì consente la copertura da essa nel 95% dei casi.
 
L’obiettivo della campagna di vaccinazione è raggiungere al più presto la cosiddetta “immunità di gregge”: ossia quel livello di copertura vaccinale considerato sufficiente all’interno della popolazione per considerare al sicuro anche le persone non vaccinate.

La campagna prevede che i vaccini saranno offerti gratuitamente a tutta la popolazione secondo l’ordine di priorità approvato il 2 dicembre 2019 dal parlamento italiano:

1-  personale sanitario e socio-sanitario

2 – ospiti e personale dei presidi residenziali per anziani

3 – persone che hanno dagli 80 anni in su

4 – persone che hanno dai 60 ai 79 anni

5 – persone di ogni età che soffrono di più di una patologia cronica pregressa, immunodeficienze e o disabilità.

E quanto ai più giovani?

Comirnatu (Pfizer/Biontech) e Moderna,  i vaccini al momento approvati da EMA, non sono attualmente raccomandati per i bambini di età inferiore, rispettivamente, a 16 e 18 anni. Infatti l’agenzia europea, così come le altre agenzie internazionali, attendono ulteriori studi per poter autorizzare la vaccinazione sulla popolazione pediatrica.

Non vi sono inoltre ancora dati disponibili sulla sicurezza dei vaccini covid-19 durante l’allattamento al seno: si consiglia alle neo mamme di confrontarsi con il proprio medico quando verranno contattate per effettuare il vaccino per fare una valutazione personalizzata.

E se chi è stato vaccinato dovesse avere qualche reazione? In questo caso è importante comunicarlo al proprio medico di famiglia, alla ASL di appartenenza, oppure utilizzando i moduli pubblicati sul sito AIFA: 
https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse
(selezionare “Scheda per cittadino”).

AIFA è l’agenzia italiana del farmaco, che si è dotata di un comitato scientifico per approfondire studi post-autorizzativi sui vaccini COVID-19.

E, infine, quanto dura la protezione indotta dal vaccino?

La durata purtroppo non è ancora definita con certezza, perché il periodo di osservazione è stato di pochi mesi; ma le conoscenze su altri tipi di coronavirus indicano che la protezione dovrebbe essere di almeno 9-12 mesi.

Ammetto che non mi è stato facile reperire tale informazione, trovando in merito molti testi lacunosi: il dato sulla durata della protezione che vi ho riportato è pubblicato sul sito della Fondazione Veronesi.

A tal proposito, tra le tante notizie in cui volenti o nolenti ci imbattiamo quotidianamente, vi invito a preferire quelle provenienti da fonti scientifiche e istituzionali… e questo vale per qualunque notizia!

E ora non rimane che affrontare l’Italia dei colori…

La suddivisione tra regioni rosse, arancioni e gialle dipende da 21 parametri: ossia criteri che sono stati individuati dal Comitato tecnico scientifico e dal Ministero della Salute e che vengono esaminati ogni settimana. Tali indicatori sono raggruppati in tre gruppi.

Il primo valuta la capacità di raccolta dati di ciascuna Regione (ad esempio il numero dei casi sintomatici, le Rsa con almeno una criticità riscontrata).

ll secondo gruppo si riferisce alla capacità di testare tutti i casi sospetti e di garantire adeguate risorse per il tracciamento del contatto, l’isolamento e la quarantena.

Il terzo gruppo riguarda la tenuta del sistema sanitario: la pressione sugli ospedali, il numero di nuovi focolai, il numero di accessi al pronto soccorso per Coronavirus (non dovrebbe andare oltre il 50%), il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva (la soglia di allerta è il 30%), il tasso di occupazione dei posti letto nei reparti “normali” (soglia di allerta al 40%) e l’indice RT (l’indicatore che misura la velocità di trasmissione del contagio).

Il frequente contrasto tra ministero e regioni nasce dall’accusa di queste ultime di utilizzare nella scelta del colore dati non aggiornati e di non valutare adeguatamente la percentuale di incidenza dei contagiati sull’intera popolazione.  

So bene quanto sia complesso interpretare i vari decreti che si susseguono e comprendere ciò che si può e non si può fare a seconda del colore della propria zona, ed è per questo che, tra le tante informazioni disponibili in rete, vi suggerisco  https://covidzone.info/  È un’app di facile lettura per avere informazioni utili sul colore della propria regione, sugli ultimi DPCM (= decreto del presidente del consiglio dei ministri), sui moduli da scaricare per l’autocertificazione.

E ora qualche consiglio pratico: oltre all’immancabile mascherina, al distanziamento di almeno 1 metro da chi non convive con noi e al frequente lavaggio delle mani, è sempre utile avere uno spruzzino in cui inserire 7 parti di alcool e 3 di acqua: io lo uso per igienizzare i contenitori dei rifiuti svuotati dagli operatori, la cassetta della posta, le maniglie delle porte d’ingresso…

Dimenticavo: al momento lo stato di emergenza in Italia è stato prorogato fino al 30 Aprile 2021.

E ora la citazione di oggi…

Esiste un’unica forma di contagio che si trasmette più rapidamente di un virus. Ed è la paura

Dan Brown, autore del romanzo Inferno